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- Di Redazione BoLab
L'Italia ha compiuto progressi significativi nel campo delle energie rinnovabili, con il fotovoltaico che gioca un ruolo chiave. Nel 2022, il Paese si è posizionato tra i leader europei per capacità installata di energia solare. Tuttavia, questi progressi non sono sufficienti a ridurre in modo adeguato le emissioni.
Nonostante l'Italia sia tra i Paesi dell'Unione Europea che produce più energia solare, secondo il rapporto "I 10 key trend sul clima in Italia 2023" di Italy for Climate, mantenendo gli attuali livelli di decarbonizzazione, l'Italia impiegherebbe circa 200 anni per raggiungere la neutralità climatica, obiettivo fissato per il 2050.
L'Italia ha compiuto progressi significativi nel campo delle energie rinnovabili, con il fotovoltaico che gioca un ruolo chiave. Nel 2022, il Paese si è posizionato tra i leader europei per capacità installata di energia solare. Tuttavia, questi progressi non sono sufficienti a ridurre in modo adeguato le emissioni.
Uno dei principali problemi è la lentezza con cui vengono realizzati i nuovi impianti eolici e solari, spesso bloccati da complessi iter burocratici e resistenze locali. Oltre ai problemi di installazione, anche la distribuzione dell'energia è un nodo critico. La rete elettrica italiana necessita di un profondo ammodernamento per poter integrare in maniera efficiente la crescente quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso sistemi di accumulo più efficienti per far fronte all’intermittenza delle fonti come il solare e l’eolico.
Le sfide sono molteplici e richiedono una risposta decisa. Tra le proposte avanzate c’è la necessità di una semplificazione normativa per accelerare l'installazione di nuovi impianti rinnovabili, oltre a un maggiore supporto agli investimenti in tecnologie di accumulo e reti intelligenti (Smart Grid). Parallelamente, occorre aumentare l’efficienza energetica e incentivare il risparmio energetico, soprattutto nei settori più energivori come l’industria e il residenziale.
Le potenzialità sono molteplici ma serve un impegno più deciso da parte del governo e delle istituzioni per superare le attuali barriere. Senza un'inversione di tendenza, l’obiettivo della neutralità rischia di restare lontano, mentre i danni legati ai cambiamenti climatici continuano a crescere anno dopo anno.