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Una scintilla di speranza

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  • INFO POINT
  • Di Arcangelo D'alessandro
  • Dove: Taranto

Privati e istituzioni assieme per la riqualificazione ambientale di Taranto

In Italia siamo da sempre abituati a una strana altalena tra ‘benaltrismo’ e ‘tafazzismo’, con in più una strana e articolata vena di disfattismo e disillusione; questo curioso carattere italico si insinua in ogni aspetto della vita quotidiana, permeando settori industriali, vita civile e pubblica.

Intendeteci, non che il passato non ce ne abbia dato motivi, ma è anche opportuno, oggi più che mai, cominciare a smettere ti trovare la pagliuzza nei nostri occhi, senza vedere che anche altri Paesi nei loro hanno ben piantate solide travi.

Questo aspetto è particolarmente evidente, in tempi in cui tutti parlano sempre più spesso di principi ESG (e in questo caso a noi interessa la E dell’acronimo) come valori fondanti di tutte le iniziative strategiche per il futuro.

La E di ambiente è ormai un fattore ineludibile, ma al di là di tanti proclami che spesso rischiano di essere lettera morta, occorre agire ora, intraprendere subito azioni concrete per migliorare la nostra impronta ambientale e, contemporaneamente (fattore questo ancora più impellente), riparare ai danni del passato che, se non gestiti con senso di impellenza, rischiano di impattare pesantemente sulle generazioni future.

Ed è per questo che vogliamo portare l’attenzione su quello che sta per accadere a Taranto, splendida città che ha dato molto all’Italia in fatto di sacrifici ambientali; per la prima volta da molto tempo si sta attivando una sinergia fra attori privati e Istituzioni pubbliche potenzialmente in grado di dare una svolta importante, in senso positivo a questa città e alla sua Provincia.
 

Al prossimo TEF (Taranto Eco Forum) del 23 e 24 maggio) si porranno le basi di una importantissima opera di risanamento ambientale del territorio tarantino; non solo: tali attività porteranno anche lavoro qualificato ai cittadini della città di Taranto e della sua provincia.

Ma cosa sta per succedere quindi?

In poche parole: lo Stato e le Istituzioni hanno deciso di applicare le prescrizioni dell’articolo 9 della Costituzione e il Testo unico sull’ambiente con un’azione concreta; e lo fanno con la presenza di chi è anche il nostro vanto nel Mondo, nel suo ruolo di portatore di pace.

Al progetto di riqualificazione ambientale di una vastissima area con raggio di circa 25 km attorno all’ILVA (che continuerà a produrre acciaio un asset strategico per il nostro sistema Paese) partecipano infatti, focalizzando gli ingenti investimenti della Just Transition che l’Europa ha messo in campo per questo tipo di attività, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare e l’Arma dei Carabinieri.

All'intervento, che è stato scelto come destinatario dei fondi Just Transition, prenderanno parte anche numerose aziende private, tra cui anche l’ENI, configurando appunto un prototipo funzionale di intervento sinergico che potrà diventare un modello per il recupero di altre aree ambientalmente in sofferenza.

Il progetto, di estrema concretezza, avrà ovviamente il fulcro nella persona di Vito Felice Uricchio, Commissario Straordinario per le bonifiche per la città di Taranto, e vedrà convergere sul territorio importanti risorse finanziarie che verranno utilizzate in modo fattivo per il miglioramento ambientale delle aree interessate con importanti ricadute sociali e occupazionali.

Un esempio? L’Arma dei Carabinieri insedierà in una delle aree interessate dal progetto di riqualificazione, ora di proprietà della Marina Militare, una nuova Scuola di Formazione dell’Arma.

Ci auguriamo davvero che da questo angolo d’Italia, nasca un modello funzionale per gestire altre situazioni simili in futuro; Taranto potrebbe diventare anche il simbolo dell’Italia che tutti vorremmo.

Un’Italia, in cui Istituzioni e aziende private lavorano assieme per lasciare in eredità alle generazioni future un Territorio più verde, sano e sicuro per tutti. Finalmente un Paese di opportunità e non di rischi.